MUSCAT 23/10/2013 – La prima Traviata nel Medio Oriente è nata. Un silenzio che non avevo mai sentito ha preceduto l’ingresso del maestro Neschling. Il silenzio di chi non ha mai né visto né udito Violetta Valéry e non sa bene chi e cosa si troverà dinnanzi. Un’apnea colma di possibilità. Non c’erano solo omaniti: gli altri – in leggera maggioranza – formano un pubblico internazionale che ha probabilmente già frequentato la ragazza di Parigi… ma credo si sentano ospiti di questo palazzo teatrale e rispettano il sentimento dominante.
Che dire? Di lì in poi tutto poteva accadere. Ma con commozione la nostra orchestra e il nostro coro sono stati semplicemente impeccabili. Mi ha turbato fino alla commozione tanto sfoggio di talento nostrano. E poi i nostri tre beniamini: Francesco Meli più irresistibilmente spavaldo del solito: che bella voce latina! Giovanni Meoni scolpisce ogni frase con la sapienza necessaria per disegnare il padre austero e cupo che intravedo in Giorgio Germont. E Desirée? raramente ho capito come in questa occasione le parole di Violetta “sola, abbandonata in questo popoloso deserto” e ieri quella delizia di soprano palermitano in mezzo al deserto c’era davvero.
Sono già in aereo ormai molto lontano da quella terra da favola ma anche quassù riecheggiano le tante chiamate, gli applausi, mezza sala in piedi ad acclamarci. Missione compiuta, Peppino: passo e chiudo.
Francesco Micheli