La Bohème di Muscato e un malinconico salto nel ’68

26 Luglio 2015

Macerata 26 luglio. Torna a debuttare a Macerata La Bohème già protagonista della stagione 2012. Con lei ritorna anche il suo regista Leo Muscato, ospite, assieme al giornalista de «la Repubblica» Angelo Foletto, degli Aperitivi Culturali, gli incontri del fine settimana organizzati da Sferisterio Cultura e presentati dalla curatrice Cinzia Maroni.

Foletto ha aperto l’appuntamento dal titolo Un toscano a Parigi, parlando di un Puccini che detestò la capitale francese e il modo di lavorare dei suoi abitanti, ma allo stesso tempo luogo perfetto per l’ambientazione del dramma. «Una città che non si limita ad essere semplice fondale di una vicenda – ha affermato il giornalista – , ma un qualcosa che interviene, che fa parte del movimento dei personaggi che raccontano se stessi e il luogo dove vivono».

Muscato, vincitore nel 2013 del premio della critica musicale “Franco Abbiati” grazie alla sua originale rivisitazione della Bohème, ha spiegato la scelta di collocare il dramma pucciniano in una Parigi nel pieno fervore politico e culturale del ’68. «L’intento principale era quello di far provare una sensazione di malinconia ad un pubblico che per la maggior parte aveva vissuto nella giovinezza quegli anni», ha detto il regista. Un salto temporale di  quasi 50 anni, analogo a quello del compositore lucchese, che portò in scena l’opera nel 1896, ambientandola nel 1830.

Ospiti e pubblico hanno poi preso parte allo speciale aperitivo “a tema” organizzato da Doppio Zero ispirato ai colori della Bohème e realizzato utilizzando prodotti “poveri” che potessero richiamare la condizione disagiata in cui vivevano i protagonisti del dramma.

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