Carmen – Terzo Atto
Lo splendido Preludio al Terzo Atto, in cui predominano flauto e arpa, evoca un placido paesaggio notturno. La scena mostra i contrabbandieri che procedono lungo un sentiero impervio: alcuni intonano un canto accompagnati da un ossessivo ritmo di marcia che tradisce la paura.
Rimasti soli, Carmen e José dialogano: il giovane si lamenta della sua nuova condizione di bandito; Carmen lo invita a tornare indietro, alludendo alla fine del loro legame (e in orchestra risuona un frammento del tema del destino).
José la guarda con fare minaccioso, ma Carmen, su uno schiocco di nacchere, dichiara di non temere il destino. Il suo fatalismo sfocia nel famoso terzetto delle carte (“Mêlons!, Coupons!”), durante il quale Carmen e le sue amiche leggono i tarocchi.
Con un motivo assai aggraziato, l’orchestra allude alla sorte favorevole delle due ragazze, mentre una musica cupa, in cui fa capolino il tema del destino, lascia presagire l’incombere di una tragedia. La grave atmosfera è fugata da un pezzo d’insieme dal carattere leggero (“Quant au douanier, c’est notre affaire!”): le tre ragazze devono distrarre i doganieri col loro fascino.
Determinata a portare in salvo José, giunge nel bivacco degli zingari Micaëla, che esprime i suoi timori in un’aria di un lirismo quasi belliniano (“Je dis que rien ne m’épouvante”).
Scorge poi José che impugna un fucile, mentre un colpo parte in direzione di una presenza sospetta: si tratta di Escamillo, col quale José s’appresta a duettare (“Je suis Escamillo”). Il toreador, che è a conoscenza del fatto che Carmen non ama più il suo soldato, è venuto per rivederla.
José s’infuria e sfida a duello il rivale, facendosi così riconoscere. Interviene Carmen ed Escamillo, sul tema a lui associato, decide di ripartire. Ricompare Micaëla che prega José di partire con lei per dare l’ultimo saluto alla madre morente.
José accetta di seguirla, ma non prima di aver minacciato Carmen (sul tema del destino). Da lontano si ode Escamillo intonare il suo tema, sul quale si chiude l’atto.