Melodramma in quattro parti
Libretto di Francesco Maria Piave
Editore: Casa Ricordi, Milano
Sopratitoli in italiano e in inglese
Melodramma in quattro parti
Libretto di Francesco Maria Piave
Editore: Casa Ricordi, Milano
Sopratitoli in italiano e in inglese
Nella tragedia di Shakespeare, reinterpretata da Verdi, si fondono i temi della predestinazione, dell’ambizione smodata – che corrompe la morale sino alla follia – e della dialettica tra sorte e libero arbitrio. Le streghe hanno predetto che il potere di Macbeth sarà breve perché regnerà la progenie di Banco e lui verrà ucciso. Per opporsi al destino, l’astuta Lady Macbeth ordisce una catena di delitti per proteggere il marito, ma finisce col perire nel delirio dei rimorsi per i crimini che ha commesso. Macbeth, rimasto solo difronte alle forze avversarie, non può che fronteggiare il prode Macduff ma questi finisce per ucciderlo, avverando la seconda parte della funesta profezia.
Sentieri di Arte e Musica
Anche quest’anno sarà istituito “Sentieri di Arte e Musica”, il tour dedicato all’opera lirica, all’arte e alle bellezze naturali delle Marche pensato per un pubblico non vedente e ipovedente.
La data dedicata a Macbeth sarà il 4 agosto 2019.
Anteprima giovani: mercoledì 17 luglio ore 21
Biglietti in vendita presso la Biglietteria dei Teatri in Piazza Mazzini, 10
*Attenzione: gli unici canali autorizzati per la vendita di questi biglietti sono il circuito Vivaticket e i punti vendita ufficiali. Diffidare da qualunque altro sito.
Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Martino Faggiani maestro del coro
Massimo Fiocchi Malaspina altro maestro del coro
Banda “Salvadei” complesso di palcoscenico
Coproduzione dell’Associazione Arena Sferisterio con il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Regio di Torino
La prima rappresentazione del 20 luglio andrà in onda indiretta Euroradio su RAI Radio 3
Nel Macbeth di Giuseppe Verdi immaginato dalla regista palermitana Emma Dante «le pance delle streghe sono contenitori di profezie, ventri magici che producono e predicono il futuro, qualcosa che ha a che fare con il sesso e con la morte.
«La scenografia è molto semplice: la scena del banchetto, per esempio, presenta troni dorati che rappresentano il desiderio di Macbeth di raggiungere il potere, ma una volta raggiunto tutto ciò che gli starà attorno scomparirà e lui rimarrà solo. Nel sonnambulismo di Lady Macbeth, la scena sarà invasa da letti d’ospedale che rappresentano la sua condizione patologica; per il finale, la foresta di Birnam – formata da pale di fichi d’India – sarà un luogo simbolico, nel quale la potenza di una natura selvaggia e pericolosa prenderà il sopravvento sull’uomo».
Macbeth per Emma Dante è un’opera di due persone che muoiono sole, Lady Macbeth donna sterile in contrasto con le streghe continuamente gravide e Macbeth che muore senza un erede. Lei è il male, artefice di tutto, manipolatrice per eccellenza. Gli uomini nono sono preparati ad una donna così forte e potente.
Lo spettacolo che si vedrà allo Sferisterio, ripensato per la singolarità del luogo, ha debuttato nel 2017 al Teatro Massimo di Palermo per poi andare al Teatro Regio di Torino (entrambi coproduttori con l’Arena maceratese) e quindi arrivare al prestigioso Festival di Edimburgo dove ha ottenuto anche l’Angel Herald Award dai critici del quotidiano «The Herald», come «uno degli spettacoli più interessanti e innovativi visti in questa settantesima edizione» della manifestazione scozzese.
Macbeth è la prima opera di Verdi ispirata a un dramma di Shakespeare che lui considerava «una delle più grandi creazioni umane», e la poetica di Emma Dante, artista di fama internazionale impegnata fra la prosa, la lirica e il cinema, vi trova terreno ideale per tratteggiare i suoi topoi ricorrenti: la maternità, la passione, il corpo, il potere al femminile, sposando pienamente il tema del Macerata Opera Festival 2019 #rossodesiderio.
Il debutto di questo lavoro verdiano – considerato il capolavoro dei giovanili “anni di galera” – risale al 1847, al Teatro della Pergola di Firenze.
Il compositore basa la struttura drammatica e i momenti chiave sulla traduzione in prosa della tragedia di Shakespeare firmata nel 1838 da Carlo Rusconi, usata poi da Francesco Maria Piave come punto di partenza per la stesura del libretto (in seguito, per una seconda versione dell’opera, considerata oggi come quella usuale, con interventi di Andrea Maffei).
Pietra angolare del catalogo operistico di Verdi, Macbeth contiene non pochi tratti del Verdi futuro, maturo, sperimentale. Dall’epistolario con il librettista si scoprono i dettagli cui lavora, verso i quali convince Piave: la “brevità”, la “sublimità” del testo teatrale originale, l’interesse per la “parola scenica”, l’interesse assoluto affinché i cantanti recitino e non si fermino al canto.
Anche per questo il celebre commento sula prima interprete della Lady Macbeth, personaggio animalesco, inquietante, mostruoso per la sua malvagità: la Tadolini «Ha troppo grandi qualità per fare questa parte. Vi parrà questo un assurdo ma non lo è … Io vorrei in Lady una voce aspra soffocata cupa».
Due generali dell’esercito di re Duncano, Macbeth e Banco, di ritorno da una battaglia vittoriosa s’imbattono in un crocchio di streghe che, interpellate, salutano Macbeth come sire di Glamis e di Caudor, e come futuro re di Scozia; poi salutano Banco annunciandogli che sarà più felice del primo, non re, ma padre di monarchi.
Giungono quindi i messaggeri del re, i quali annunciano a Macbeth che è stato appena nominato sire di Caudor. Sia Macbeth che Banco sono stupiti e impressionati nel veder avverata la prima profezia.
Lady Macbeth legge una lettera del marito, con il racconto di quanto accaduto (Vieni! t’affretta!). Quando un servo annuncia l’arrivo del re Duncano, insieme al marito, la donna ha già concepito il suo piano per assassinare il monarca.
Non appena Macbeth la raggiunge, lo persuade a compiere l’omicidio. Il re arriva, e con lui il figlio Malcolm. Macbeth attende che scenda il silenzio della notte, per entrare nella stanza del re e compiere l’assassinio.
Stravolto per il gesto criminale (Mi si affaccia un pugnal?), è angosciato, mentre, al contrario, sua moglie si comporta con freddezza: prende il pugnale sporco di sangue dalle mani di Macbeth e lo depone vicino alle guardie addormentate, perché vengano accusate del delitto.
Macduff, gentiluomo del re, entra nella camera di Duncano per svegliarlo e lo trova morto. Alle grida di spavento accorrono tutti, anche Macbeth e Lady Macbeth, che si uniscono nella corale maledizione scagliata contro l’assassino del re.
Macbeth è re di Scozia, mentre Malcolm, il figlio di Duncano, fuggito in Inghilterra, è stato accusato dell’omicidio del padre.
Macbeth, a colloquio con la moglie, confessa le sue preoccupazioni per le profezie che le streghe hanno rivolto a Banco, e in particolare per la predizione secondo cui Banco sarebbe stato genitore di monarchi. Ecco allora che in Macbeth nasce il desiderio di far sparire il generale e suo figlio. In questa decisione, Lady Macbeth appoggia e incita ancora una volta il consorte (La luce langue… il faro spegnesi).
I sicari si preparano a uccidere Banco e suo figlio Fleanzio. Giungono le due vittime. Banco è dominato da un senso di strana angoscia premonitrice (Come dal ciel precipita): i sicari lo assalgono e lo uccidono, mentre il figlio riesce a scappare e a mettersi in salvo.
La corte è riunita a banchetto, si festeggia il nuovo re e Lady Macbeth intona un brindisi (Si colmi il calice). In disparte, il sicario annuncia al re Macbeth che Banco è morto, ma che suo figlio è fuggito via illeso. Il re fa per occupare il posto di Banco, ma lo spettro di lui, agli altri invisibile, gli impedisce di avanzare.
Macbeth, in preda all’allucinazione, pronuncia frasi sconnesse e sconvenienti, spaventando gli ospiti. La moglie cerca di rincuorarlo e riprende il brindisi, ma di nuovo lo spettro di Banco torna alla vista di Macbeth, che grida terrorizzato, spaventando gli astanti e facendoli allontanare preoccupati.
Le streghe compiono incantesimi e danze (Tre volte miagola la gatta in fregola). Giunge Macbeth, che vuole interrogarle sul proprio futuro. Tre apparizioni rispondono: dovrà guardarsi da Macduff, nessun nato da donna gli nuocerà, sarà invincibile finché la foresta di Birnam non muoverà contro di lui.
Macbeth, ancora non soddisfatto, chiede se la progenie di Banco regnerà dopo di lui. Ecco allora che compaiono otto fantasmi di re: l’ultimo è proprio Banco, che, con uno specchio in mano che riflette l’immagine di futuri regnanti, gli addita ridendo la sua progenie regale.
Come un pazzo, Macbeth si lancia contro i fantasmi per distruggerli, ma cade stremato e svenuto. Intorno a lui, ondine e silfidi intrecciano una nuova danza. Una volta rinvenuto, Macbeth, con la moglie al fianco, decide di sterminare le famiglie di Banco e Macduff.
In un luogo deserto ai confini tra la Scozia e l’Inghilterra, Macduff è accampato con profughi e fuoriusciti scozzesi: questi piangono la sorte della patria oppressa (Patria oppressa! il dolce nome), e anche Macduff pensa alla sua famiglia trucidata per ordine di Macbeth (O figli, o figli miei… Ah, la paterna mano).
Malcolm li raggiunge alla testa degli alleati inglesi e ordina quindi ai soldati di svellere ciascuno un ramo della foresta di Birnam e, così mimetizzati, di avvicinarsi al castello del re nemico.
Un medico e una dama assistono Lady Macbeth, colta da pazzia. La regina si frega continuamente le mani per togliervi un’invisibile macchia di sangue; senza rendersi conto di chi la circonda, si aggira per il castello come sonnambula, folle ed esausta, vittima del rimorso più atroce (Una macchia è qui tuttora…).
Macbeth è impaurito: benché rassicurato dalla profezia per la quale nessun nato di donna gli potrà nuocere, rimpiange di non avere eredi (Pietà, rispetto, amore). La notizia della morte di Lady Macbeth non lo turba; resta colpito però quando i suoi guerrieri gli annunciano che la foresta di Birnam si sta muovendo verso il castello: il re impugna allora la spada per correre sul campo di battaglia.
I soldati inglesi avanzano fino a gettarsi all’assalto: Macduff raggiunge Macbeth e, rivelandogli di essere stato estratto dal seno materno e quindi di non essere nato da donna, lo colpisce a morte. Malcolm è proclamato re di Scozia.