SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI PRIMO GRADO

6-14 anni
MOF24 quadrato family2

Dai 6 ai 14 anni
Dal 4 all’8 giugno, ore 20.45
Arena Sferisterio

 
Turandot. Enigmi al museo
da Turandot di Giacomo Puccini
Rielaborazione musicale Enrico Minaglia
Adattamento drammaturgico Andrea Bernard
Casa Ricordi Srl, Milano.
Prima rappresentazione: Como, Teatro Sociale, 14 febbraio 2024

Direttore Sieva Borzak
Regia Andrea Bernard
Scene Alberto Beltrame
Costumi Elena Beccaro
Coreografie Giulia Tornarolli
Assistente alla regia Tecla Gucci Ludolf
Assistente scenografa Giulia Turconi
Assistente ai costumi Emilia Zagnoli

La Principessa Turandot Marianna Iencarelli, Ilaria Sicignano, Nina Zazyiants
Calaf
Davide Battiniello, Vincenzo Spinelli, Yuxuan Wang
Timur Andrea Carcassi, Baopeng Wang
Liù Aloisia De Nardis, Suji Kwon
Ping/Un visitatore Junhyeok Park
Pang Gerardo Dell’affetto, Junsang Do
Pong Yiying Guo, Edoardo Manzardo
Un boia Thomas Angarola
La guida del museo Simone Ruvolo
Una guardia imperiale Rosa Maria Rizzi

Orchestra 1813

Produzione AsLiCo
In coproduzione con Opéra Grand Avignon e Opéra de Rouen Normandie e con il patrocinio del Comitato promotore delle celebrazioni pucciniane e da ICOM International Council of Museums

Nuovo allestimento Opera domani XXVIII edizione

Per ulteriori informazioni e per aderire è possibile scrivere alla mail education@sferisterio.it o contattare Paola Pierucci allo 0733 261334

Turandot è una favola che porterà i piccoli spettatori a scoprire una Cina magica e grandiosa, dove – tra enigmi da risolvere, principi d’oriente, gong del destino, boia e fastosi palazzi imperiali – prende vita la storia della Principessa dal cuore di ghiaccio. Il regista Andrea Bernard ha scelto di ambientare la vicenda in un museo, dove tra i visitatori ci sono anche il giovane Calaf, con il padre Timur e Liù. Il misterioso mondo di Turandot si materializza e riverbera tra statue, ceramiche pregiate, costumi tradizionali e stampe d’epoca. La lettura di un antico manoscritto anima le opere d’arte del museo e i visitatori vengono catapultati tra gli enigmi della Principessa Turandot, che – con l’aiuto di Ping, Pong e Pang, tre statue dell’esercito di terracotta – altro non aspetta che trovare il vero amore ed essere ricordata per sempre.

PARTE I
Calaf, suo padre Timur e l’amica Liù sono i visitatori di un museo. Nell’ala dedicata alla Cina, è in preparazione una mostra dedicata alla principessa Turandot, con tutte le casse per il trasporto delle opere pronte a essere aperte. Il Mandarino, esperta guida del museo, mostra in anteprima ai visitatori l’antica legge di Pechino scritta su una pergamena custodita in una vetrina: questa sancisce che per sposare Turandot un pretendente dovrà risolvere tre enigmi posti dalla principessa stessa. Questi indovinelli rappresentano una sfida di intelligenza e saggezza per coloro che desiderano conquistare il cuore di Turandot, ma sono al tempo stesso molto pericolosi perché a chi non indovina le risposte verrà tagliata la testa. La lettura di questa pergamena fa sì che il museo e le opere in mostra prendano vita, con il misterioso mondo di Turandot che emerge dalle casse e che catapulterà Calaf, il padre e Liù in una grande avventura. Turandot, la bellissima principessa dal cuore di ghiaccio, appare raffigurata in un grande e prezioso dipinto scrupolosamente conservato. Alla visione di questo, Calaf ne rimane stregato e si innamora di quell’immagine all’istante decidendo così di rischiare la vita e provare a risolvere gli enigmi. Ping, Pang e Pong, tre statue dell’esercito di terracotta e fedeli protettori della principessa, si animano nel tentativo di far desistere il giovane innamorato, diventando così suoi compagni di avventura. Calaf non cede nel suo intento e fa suonare il magico gong per iniziare la sfida.
PARTE II
Ping, Pang e Pong sono soli e sognano di essere degli uomini veri, non più al servizio della principessa ma liberi nelle proprie case in mezzo a laghetti e foreste di bambù. Suona il gong, Turandot si materializza davanti ai visitatori dopo una grande parata danzante e lancia la sfida a Calaf, che è pronto a cominciare. Le prove sono difficili, ma il ragazzo è determinato a vincere il suo amore e riesce a dare tutte le risposte corrette. Turandot, incredula e spaventata, non vuole cedere e sposarsi e allora Calaf le propone un enigma che potrà cambiare il loro destino: se la principessa indovinerà il suo nome entro l’alba, lui si sacrificherà.
PARTE III
Nel silenzio della notte Calaf sogna il suo futuro al lume di magiche lanterne volanti. Nel frattempo, Liù è decisa a proteggere il segreto di Calaf fino all’ultimo e quando le viene chiesto con la forza di rivelare il nome dell’amico, sceglie di sacrificarsi piuttosto che tradirlo. Si trasforma così in una statua di porcellana, dimostrando la sua lealtà e devozione. Turandot, colpita dall’audacia e dall’amore dimostrato da Liù, si “scioglie” e accetta Calaf come suo sposo. La principessa, attraverso l’esperienza dell’amore, impara così a riconoscere la propria umanità e ad aprirsi ai sentimenti che per tanto tempo ha tenuto repressi. Calaf e Turandot si uniscono finalmente nel nome dell’amore e si trasformano in un dipinto: un’immagine di speranza e connessione eterna, che lascerà un’impressione indelebile nell’anima dei futuri visitatori del museo.

Turandot è una favola disseminata di misteri e momenti evocativi che trasportano il pubblico in una Cina magica e grandiosa: enigmi, principi d’oriente, gong del destino, boia, palazzi imperiali, sono tutti elementi che concorrono a narrare la storia della Principessa dal cuore di ghiaccio. Ho pensato di ambientare questa vicenda tra le sale di un museo dove il mondo di Turandot prenderà vita da statue, vasi, costumi tradizionali e antiche stampe. Calaf è un giovane visitatore del museo il quale rimane affascinato dal dipinto della principessa conservato in una cassa e pronto per essere esposto. Ecco che dopo la lettura di un vecchio manoscritto con la legge di Pechino da parte della guida del museo, la vicenda prenderà forma. Calaf insieme a suo padre e Liù saranno catapultati nel misterioso mondo di Turandot che altro non aspetta che trovare il vero amore per essere liberata e ricordata per sempre. L’opera si sviluppa interamente nell’ambiente evocativo di un museo, dove le casse per il trasporto delle opere d’arte si muovono e si aprono, svelando l’universo variegato e vibrante di Turandot. Gli scenari si trasformano, creando una molteplicità di effetti visivi. L’allestimento e i costumi rivestono un ruolo fondamentale nel trasportare Calaf e gli spettatori nel magnifico mondo di una Cina antica e lontana. Lanterne, copricapi stravaganti, draghi da parata, maschere, ombrelli di carta di riso e lunghi hanfu dai colori vivaci dipingono tutta l’atmosfera. Nel corso dell’opera, Calaf, con l’aiuto di Ping, Pong e Pang, tre statue dell’esercito di terracotta, cercherà di risolvere i tre enigmi per riuscire ad arrivare a Turandot e sposarla. I tre enigmi rappresentano una prova di intelligenza, saggezza e comprensione per coloro che cercano di conquistare Turandot. Essi sottolineano l’importanza di andare oltre l’apparenza e di penetrare nel significato più profondo delle emozioni umane. Attraverso la risoluzione degli enigmi, il protagonista dimostra infatti la sua abilità nel comprendere i veri valori dell’amore, della compassione e della redenzione. La fine di Liù, l’amica devota di Calaf, assume un significato particolare. Per proteggere il segreto dell’identità di Calaf, Liù si trasforma in una statua di porcellana, diventando un simbolo eterno di lealtà e dedizione. Anche il finale della nostra versione offre un epilogo sorprendente: Calaf, finalmente ricambiato da Turandot, si unisce a lei diventando parte dello stesso dipinto. Questo simbolo di unione eterna e immortalità rappresenta il trionfo dei sentimenti sulla fredda corazza della principessa e sul mondo esterno. L’ambientazione del museo dona a Turandot una nuova dimensione, in cui il passato e il presente si fondono, trasportando il pubblico in un viaggio di emozioni, bellezza e riflessioni. È infatti un luogo simbolo che da apparentemente statico si trasforma come spazio di bellezza e racconto attivo.

Ascoltando e studiando Turandot, ho sempre percepito ed apprezzato la forte caratterizzazione dell’ambientazione. Sin dalle prime note Puccini riesce a farci immergere in un mondo esotico, fiabesco, antico. Questa grande abilità dell’autore, già presente nelle opere giovanili, trova con la sua ultima opera, rimasta incompiuta, la sua massima maturità. La Turandot che proponiamo è in una versione ridotta, ma non priva delle ispirazioni musicali più avvincenti e commoventi; non è priva di quei colori, di quelle tinte che narrano un mondo lontano nel tempo e nello spazio. Avere l’opportunità e la responsabilità di portare questo mondo agli occhi del pubblico del futuro è impagabile.

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